30 anni di storia del primo impianto al mondo per biodiesel
Pier Giuseppe Polla - AIDIC - Associazione Italiana Di Ingegneria Chimica
Dopo due anni di ricerca, prove pilota e test semi industriali in impianti iniziò 30 anni fa l'avventura della produzione di biodiesel mondiale. Era il Novembre 1992 quando, nell'ambito dello sviluppo della chimica verde del Gruppo Montedison, a Livorno si inaugurava il primo impianto al mondo progettato e costruito per la produzione di biodiesel, ai tempi destinato al solo settore del riscaldamento, non essendo state emanate le specifiche e le norme per l'utilizzo in autotrazione.
La società Novamont, avvalendosi della collaborazione di Tecnimont, società di ingegneria e costruzioni del Gruppo, progettò e realizzò l'investimento all'interno di uno storico stabilimento per la spremitura di oli vegetali del Gruppo Ferruzzi.
L'impianto fu costruito con capacità di 120.000 ton anno con reazione batch mediante 3 reattori, seguiti da una neutralizzazione della basicità con acido acetico e successiva distillazione del metanolo in eccesso a cui seguiva una separazione per decantazione della glicerina.
Ai tempi il contenuto massimo della glicerina nel prodotto finale era di 700 ppm, molto più alto degli attuali 200 ppm. Si trattava di un progetto, per l'epoca, unico nel suo genere, realizzato in sinergia con quanto già esistente, riqualificando una porzione di area in dismissione, utilizzando strutture e servizi già esistenti, sfruttando l'esperienza pluridecennale nella lavorazione dei semi oleosi, nella movimentazione e stoccaggio dei prodotti e nello smaltimento dei reflui.
Inoltre, una serie di tubazioni in-out ed una banchina sul Canale Industriale del Porto di Livorno permisero di non incidere sull'inquinamento atmosferico derivante dai trasporti. Due anni più tardi viene costituita la società Novaol a cui facevano capo tutte le attività di ricerca e sviluppo nel campo dei biocarburanti del Gruppo Ferruzzi/Begin Say.
Novaol Livorno oltre a produrre, divenne pertanto anche un centro di sviluppo tecnologico al fine di utilizzare sempre più materie prime sostenibili, con l'impiego delle migliori tecnologie per minimizzare l'impatto ambientale.
Nel 1997 per il biodiesel si aprì il mercato per l'autotrazione; pertanto, cambiarono tutte le specifiche del prodotto finale e con il team presente a Livorno progettammo una modifica all'esistente linea, inserendo uno step di lavaggio del biodiesel dopo una separazione della glicerina e sostituendo l'acido acetico con il cloridrico e citrico per neutralizzare il pH.
A Livorno si concentrarono tutte le nuove idee e tutti gli sforzi, tanti i progetti pilota, tante discussioni durante i kick-off per l'implementazione e verifica dei progetti, tante delusioni ma anche tanti successi: lo stabilimento di Livorno è stato il primo impianto in Italia ad usare oli di frittura e altri acidi grassi derivanti da scarti di produzione.
Finalmente nel 2002 iniziammo lo sviluppo di una nostra tecnologia, basandoci sull'esperienza della prima linea, ma con una reazione in continuo anziché in batch, avvalendoci dell'esperienza della società Desmet Ballestra, per il miglioramento della qualità del prodotto finito che si concretizzò nel 2003 con la costruzione una seconda linea di produzione biodiesel.
L'ottimizzazione del processo produttivo, lo studio e la ricerca continui hanno consentito a Novaol di essere sempre sul mercato e di essere sinonimo di affidabilità, qualità e competenza nel mondo del biodiesel, inoltre, grazie alla sua credibilità è sempre stata presente in tutti i tavoli di normazione nazionali e internazionali e un partner privilegiato nel dialogo sia con le compagnie petrolifere sia con i costruttori automobilistici.
In seguito alle ben note vicende del gruppo Ferruzzi, l'impianto entrò a far parte del Gruppo Diester International (Sophiproteol oggi Gruppo Avril) joint venture tra il Gruppo Diester, azienda leader nel mercato francese del biodiesel, ed il Gruppo americano Bunge, leader mondiale nel settore agroalimentare e nella produzione di oli vegetali.
Nel 2013 l'impianto fu acquistato dal Gruppo Indonesiano Musim Mas con la costituzione di una nuova società, la Masol Continental Biofuel S.r.l. Il Gruppo Musim Mas, già presente in Italia con la IM Biofuel Italy, un'azienda commerciale snella e vivace con sede a Milano, ha scelto di investire nel nostro Paese per rafforzare la sua presenza in Italia e nell'area del Mediterraneo dove Livorno è in posizione strategica per gli scambi commerciali anche nel Sud Europa e nel Nord Africa.
Il Gruppo, fondato in Indonesia nel 1932, oggi è presente in 12 nazioni ed è uno dei più dinamici ed integrati nel settore dell'olio di palma dal quale si ottiene una vasta gamma di prodotti. Il grande impegno nella ricerca ed il suo impegno nella sostenibilità ne hanno fatto uno dei principali rappresentanti della lavorazione dell'olio di palma.
Nel 2014 la Masol Continental Biofuel inizia l'iter autorizzativo per apportare delle modifiche all'interno del sito, tra gli interventi previsti la realizzazione di una nuova linea produttiva, l'introduzione di una nuova caldaia, per la combustione eventuale del DME, la realizzazione di n. 5 serbatoio di stoccaggio prodotto finito ed il riassetto dell'area di carico e scarico prodotti.
Nel frattempo lo stabilimento di Livorno viene affiancato ad altri 3 stabilimenti in Spagna, portando il gruppo Masol ad una capacità produttiva di 1.500.000 ton/anno. La nuova linea di produzione entrata in funzione a fine 2017 utilizza come materia prima acidi grassi e metanolo, a differenza delle due linee precedenti non produce glicerina come sottoprodotto.
Il processo si basa sulla reazione di esterificazione tra i gruppi funzionali acidi degli oli vegetali (acidi grassi) e l'alcool metilico. La reazione di equilibrio avviene tra i 115 e i 125°C all'interno di una colonna a piatti sui quali è presente un catalizzatore eterogeneo.
Oggi lo stabilimento produce circa 200.000 ton/anno delle quali più del 50 % derivanti da materie prime cosiddette advance ovvero prodotte da scarti e con alto grado di sostenibilità.
Questa, in sintesi, la narrazione dello Stabilimento di Livorno che con i suoi 30 anni di attività e 2.500.000 Tonnellate di Biodiesel prodotto entra a pieno titolo nella storia, non ancora conclusa, dei Biocarburanti. Ci tengo molto a ringraziare tutte le persone che per questi 30 anni hanno percorso con me questa avventura.
L'impianto fu costruito con capacità di 120.000 ton anno con reazione batch mediante 3 reattori, seguiti da una neutralizzazione della basicità con acido acetico e successiva distillazione del metanolo in eccesso a cui seguiva una separazione per decantazione della glicerina.
Ai tempi il contenuto massimo della glicerina nel prodotto finale era di 700 ppm, molto più alto degli attuali 200 ppm. Si trattava di un progetto, per l'epoca, unico nel suo genere, realizzato in sinergia con quanto già esistente, riqualificando una porzione di area in dismissione, utilizzando strutture e servizi già esistenti, sfruttando l'esperienza pluridecennale nella lavorazione dei semi oleosi, nella movimentazione e stoccaggio dei prodotti e nello smaltimento dei reflui.
Inoltre, una serie di tubazioni in-out ed una banchina sul Canale Industriale del Porto di Livorno permisero di non incidere sull'inquinamento atmosferico derivante dai trasporti. Due anni più tardi viene costituita la società Novaol a cui facevano capo tutte le attività di ricerca e sviluppo nel campo dei biocarburanti del Gruppo Ferruzzi/Begin Say.
Novaol Livorno oltre a produrre, divenne pertanto anche un centro di sviluppo tecnologico al fine di utilizzare sempre più materie prime sostenibili, con l'impiego delle migliori tecnologie per minimizzare l'impatto ambientale.
Nel 1997 per il biodiesel si aprì il mercato per l'autotrazione; pertanto, cambiarono tutte le specifiche del prodotto finale e con il team presente a Livorno progettammo una modifica all'esistente linea, inserendo uno step di lavaggio del biodiesel dopo una separazione della glicerina e sostituendo l'acido acetico con il cloridrico e citrico per neutralizzare il pH.
A Livorno si concentrarono tutte le nuove idee e tutti gli sforzi, tanti i progetti pilota, tante discussioni durante i kick-off per l'implementazione e verifica dei progetti, tante delusioni ma anche tanti successi: lo stabilimento di Livorno è stato il primo impianto in Italia ad usare oli di frittura e altri acidi grassi derivanti da scarti di produzione.
Finalmente nel 2002 iniziammo lo sviluppo di una nostra tecnologia, basandoci sull'esperienza della prima linea, ma con una reazione in continuo anziché in batch, avvalendoci dell'esperienza della società Desmet Ballestra, per il miglioramento della qualità del prodotto finito che si concretizzò nel 2003 con la costruzione una seconda linea di produzione biodiesel.
L'ottimizzazione del processo produttivo, lo studio e la ricerca continui hanno consentito a Novaol di essere sempre sul mercato e di essere sinonimo di affidabilità, qualità e competenza nel mondo del biodiesel, inoltre, grazie alla sua credibilità è sempre stata presente in tutti i tavoli di normazione nazionali e internazionali e un partner privilegiato nel dialogo sia con le compagnie petrolifere sia con i costruttori automobilistici.
In seguito alle ben note vicende del gruppo Ferruzzi, l'impianto entrò a far parte del Gruppo Diester International (Sophiproteol oggi Gruppo Avril) joint venture tra il Gruppo Diester, azienda leader nel mercato francese del biodiesel, ed il Gruppo americano Bunge, leader mondiale nel settore agroalimentare e nella produzione di oli vegetali.
Nel 2013 l'impianto fu acquistato dal Gruppo Indonesiano Musim Mas con la costituzione di una nuova società, la Masol Continental Biofuel S.r.l. Il Gruppo Musim Mas, già presente in Italia con la IM Biofuel Italy, un'azienda commerciale snella e vivace con sede a Milano, ha scelto di investire nel nostro Paese per rafforzare la sua presenza in Italia e nell'area del Mediterraneo dove Livorno è in posizione strategica per gli scambi commerciali anche nel Sud Europa e nel Nord Africa.
Il Gruppo, fondato in Indonesia nel 1932, oggi è presente in 12 nazioni ed è uno dei più dinamici ed integrati nel settore dell'olio di palma dal quale si ottiene una vasta gamma di prodotti. Il grande impegno nella ricerca ed il suo impegno nella sostenibilità ne hanno fatto uno dei principali rappresentanti della lavorazione dell'olio di palma.
Nel 2014 la Masol Continental Biofuel inizia l'iter autorizzativo per apportare delle modifiche all'interno del sito, tra gli interventi previsti la realizzazione di una nuova linea produttiva, l'introduzione di una nuova caldaia, per la combustione eventuale del DME, la realizzazione di n. 5 serbatoio di stoccaggio prodotto finito ed il riassetto dell'area di carico e scarico prodotti.
Nel frattempo lo stabilimento di Livorno viene affiancato ad altri 3 stabilimenti in Spagna, portando il gruppo Masol ad una capacità produttiva di 1.500.000 ton/anno. La nuova linea di produzione entrata in funzione a fine 2017 utilizza come materia prima acidi grassi e metanolo, a differenza delle due linee precedenti non produce glicerina come sottoprodotto.
Il processo si basa sulla reazione di esterificazione tra i gruppi funzionali acidi degli oli vegetali (acidi grassi) e l'alcool metilico. La reazione di equilibrio avviene tra i 115 e i 125°C all'interno di una colonna a piatti sui quali è presente un catalizzatore eterogeneo.
Oggi lo stabilimento produce circa 200.000 ton/anno delle quali più del 50 % derivanti da materie prime cosiddette advance ovvero prodotte da scarti e con alto grado di sostenibilità.
Questa, in sintesi, la narrazione dello Stabilimento di Livorno che con i suoi 30 anni di attività e 2.500.000 Tonnellate di Biodiesel prodotto entra a pieno titolo nella storia, non ancora conclusa, dei Biocarburanti. Ci tengo molto a ringraziare tutte le persone che per questi 30 anni hanno percorso con me questa avventura.
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Fonte: La Termotecnica dicembre 2022
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