L'equilibrio tra sostenibilità e profitto
I consumatori sono sempre più disposti a mettere mano al portafoglio pur di salvaguardare l'ambiente e la sostenibilità. È quanto emerge da un nuovo sondaggio dell'IBM Institute for Business Value (IBV): "Balancing sustainability and profitability".
ll 51% dei 16.000 intervistati afferma che, si legge nel documento, la sostenibilità ambientale è per loro più importante oggi rispetto a 12 mesi fa. E sono pronti a dimostrarlo.
Le loro intenzioni, infatti, corrispondono sempre di più alle loro azioni: acquisti, scelte domestiche, investimenti, opportunità lavorative e decisioni in merito a spostamenti e viaggi non possono prescindere da questo senso di responsabilità verso la natura. Lo dichiarano 3 consumatori su 4, il 77% del totale, che cominciano a fare scelte più sostenibili anche per la loro casa.
Nella precedente indagine del 2021, la metà degli intervistati disse di essere disposta a pagare un sovrapprezzo per un marchio o dei prodotti sostenibili. Quest'anno quasi la stessa percentuale (49%) afferma di aver pagato una media del 59% in più per articoli a marchio sostenibile o socialmente responsabile.
Dallo studio emerge, inoltre, che i consumatori danno priorità alla sostenibilità anche in situazioni in cui devono rinunciare alla convenienza economica o operare nuove scelte lavorative. Circa una persona su tre, sostiene che i fattori di impatto ambientale sono ora più importanti rispetto a costi e comfort nel momento in cui, ad esempio, acquista un viaggio. Mentre due intervistati su tre, dicono di essere più disposti a candidarsi (67%) o ad accettare (68%) impieghi in imprese che considerano sostenibili dal punto di vista ambientale.
I consumatori desiderano dunque fare scelte più rispettose per l'ambiente. L'intenzione e il desiderio di sostenerla sono evidenti, ma come tutelarsi dalle pratiche di greenwashing, o finto ambientalismo?
Il rischio è che le aziende, per compiacere i consumatori, siano incentivate ad alterare o ingigantire i propri sforzi di sostenibilità per non far fronte a nuovi costi o cambiamenti radicali nei loro modelli organizzativi. Come sottolineato in uno studio pubblicato sul California Management Review, il desiderio di trarre profitto dalle tendenze sostenibili attraverso una pubblicità ingannevole potrebbe rivelarsi molto dannoso sia per i consumatori sia per i capitali che contribuiscono agli investimenti in pratiche socialmente responsabili.
Coloro che ambiscono ad operare in modo più ecologico non dovrebbero essere penalizzati durante gli acquisti per la mancanza di conoscenza riguardo alla sostenibilità dei prodotti. Quasi due intervistati su cinque affermano che le informazioni sono poco chiare, non disponibili o inesistenti (18%). Mentre le autorità di regolamentazione lottano per limitare il greenwashing, le persone dovrebbero essere in grado di verificare le affermazioni delle aziende in materia di sostenibilità.
Le aziende che sono seriamente intenzionate ad adottare pratiche per la sostenibilità dovrebbero essere disposte ad abbracciare le complesse sfide che derivano da questo cambiamento. Non solo, dovrebbero essere disposte anche a essere più trasparenti, mettendo i consumatori nella condizione di operare scelte consapevoli.
Tecnologie come blockchain, internet delle cose e intelligenza artificiale possono certamente essere di aiuto. Se i consumatori sono disposti a spendere di più pur di salvaguardare l'ambiente, anche le aziende dovrebbero essere disposte a fare lo stesso.
Le loro intenzioni, infatti, corrispondono sempre di più alle loro azioni: acquisti, scelte domestiche, investimenti, opportunità lavorative e decisioni in merito a spostamenti e viaggi non possono prescindere da questo senso di responsabilità verso la natura. Lo dichiarano 3 consumatori su 4, il 77% del totale, che cominciano a fare scelte più sostenibili anche per la loro casa.
Nella precedente indagine del 2021, la metà degli intervistati disse di essere disposta a pagare un sovrapprezzo per un marchio o dei prodotti sostenibili. Quest'anno quasi la stessa percentuale (49%) afferma di aver pagato una media del 59% in più per articoli a marchio sostenibile o socialmente responsabile.
Dallo studio emerge, inoltre, che i consumatori danno priorità alla sostenibilità anche in situazioni in cui devono rinunciare alla convenienza economica o operare nuove scelte lavorative. Circa una persona su tre, sostiene che i fattori di impatto ambientale sono ora più importanti rispetto a costi e comfort nel momento in cui, ad esempio, acquista un viaggio. Mentre due intervistati su tre, dicono di essere più disposti a candidarsi (67%) o ad accettare (68%) impieghi in imprese che considerano sostenibili dal punto di vista ambientale.
I consumatori desiderano dunque fare scelte più rispettose per l'ambiente. L'intenzione e il desiderio di sostenerla sono evidenti, ma come tutelarsi dalle pratiche di greenwashing, o finto ambientalismo?
Il rischio è che le aziende, per compiacere i consumatori, siano incentivate ad alterare o ingigantire i propri sforzi di sostenibilità per non far fronte a nuovi costi o cambiamenti radicali nei loro modelli organizzativi. Come sottolineato in uno studio pubblicato sul California Management Review, il desiderio di trarre profitto dalle tendenze sostenibili attraverso una pubblicità ingannevole potrebbe rivelarsi molto dannoso sia per i consumatori sia per i capitali che contribuiscono agli investimenti in pratiche socialmente responsabili.
Coloro che ambiscono ad operare in modo più ecologico non dovrebbero essere penalizzati durante gli acquisti per la mancanza di conoscenza riguardo alla sostenibilità dei prodotti. Quasi due intervistati su cinque affermano che le informazioni sono poco chiare, non disponibili o inesistenti (18%). Mentre le autorità di regolamentazione lottano per limitare il greenwashing, le persone dovrebbero essere in grado di verificare le affermazioni delle aziende in materia di sostenibilità.
Le aziende che sono seriamente intenzionate ad adottare pratiche per la sostenibilità dovrebbero essere disposte ad abbracciare le complesse sfide che derivano da questo cambiamento. Non solo, dovrebbero essere disposte anche a essere più trasparenti, mettendo i consumatori nella condizione di operare scelte consapevoli.
Tecnologie come blockchain, internet delle cose e intelligenza artificiale possono certamente essere di aiuto. Se i consumatori sono disposti a spendere di più pur di salvaguardare l'ambiente, anche le aziende dovrebbero essere disposte a fare lo stesso.
Parole chiave: Sostenibilità ambientale
- MASE - Ministero dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica
- Ennio Merola
- ANIMA - Federazione delle Associazioni Nazionali dell'Industria Meccanica Varia ed Affine