Nuova efficienza all'acquedotto della Comunità delle Regole di Spinale e Manez
Un nutrito team di professionisti e fornitori di tecnologie d'alta gamma impegnati a ridare nuova efficienza a una struttura preesistente, migliorandone le capacità operative e funzionali, nel massimo rispetto dell'ambiente naturale circostante.
Una riqualificazione importante e complessa quella della ristrutturazione del primo lotto dell'acquedotto a servizio del territorio della Comunità delle Regole di Spinale e Manez (la Comunità delle Regole di Spinale e Manez - per la quantità di documenti storici e giuridici pervenuti, per la ricchezza e l'estensione del patrimonio silvano e alpestre e per la presenza attiva a livello istituzionale - è la Proprietà Collettiva più importante delle Giudicarie e fra le più note in Trentino).
Le ristrutturazioni hanno interessato le opere a valle del deposito idropotabile "Montagnoli" (posto sul territorio di Madonna di Campiglio), come il collegamento (circa 740 m) tra la rete idropotabile di Pinzolo e l'opera di presa denominata "Nube d'Argento" (a servizio di altre utenze più a valle); altri lavori, come l'adattamento della stazione di sollevamento collocata presso l'opera "Nube d'Argento", la condotta premente di collegamento (1200 m) dall'opera di presa precedentemente citata fino al deposito "Montagnoli" e, infine, la condotta di alimentazione (circa 150 m) fra deposito e utenze.
Prima dell'intervento, sull'area in oggetto erano presenti:
- l'opera di presa "Nube d'Argento" (l'edificio adibito a captare l'acqua che sgorga da una sorgente naturale), al cui interno è installata la stazione di sollevamento (grazie alla quale l'acqua, nei soli mesi invernali, viene portata al rifugio);
- la condotta di sollevamento che parte dall'opera di presa e conduce al deposito "Montagnoli";
- il deposito "Montagnoli";
- la condotta di alimentazione dal deposito alle utenze di località "Montagnoli".
Le utenze delle opere sono formate dal rifugio "Montagnoli" (il quale registra picchi di utenza condensati nelle stagioni estive e invernali), dalla malga "Montagnoli" e dalle relative fontane di abbeveraggio del bestiame (il cui picco d'uso va dal mese di giugno al mese di settembre).
A una prima analisi era emerso che la condotta idrica sottoposta a pressione era obsoleta, con alcune criticità e costruita in acciaio. Inoltre il tracciato si sviluppava al di sotto dell'impianto di risalita "Nube d'Argento", di cui era previsto il rifacimento entro pochi anni, anche tramite un piccolo spostamento del percorso.
In fase di progetto non era stato determinato con esattezza il nuovo tracciato dell'impianto di risalita. Per questo motivo, sia il tratto attuale, sia un eventuale tracciato futuro della condotta in pressione - che si dipanasse sotto l'impianto di risalita - avrebbero rischiato di interferire con il futuro percorso dell'impianto di risalita, con relativa necessità di spostamento.
Elementi questi tenuti in alta considerazione, già nelle fasi iniziali di progettazione.
Dopo un'attenta analisi degli aspetti di criticità, era stato individuato come obiettivo preliminare l'eliminazione delle zone di ristagno dell'acqua, nei tratti a "corda molla", cioè in quei punti dove la condotta attuale, seguendo l'andamento del terreno, produceva degli avvallamenti che determinavano ristagni di acqua con conseguente potenziale congelamento del liquido nella stagione invernale. Orientativamente, questa condotta di sollevamento era (ed è) utilizzata ogni 10÷14 giorni.
La possibile presenza di tratti otturati dal liquido congelato comportava l'immissione, da monte, di 50÷60 litri di acqua calda e salata, la verifica che tale acqua fosse arrivata in fondo alla condotta, quindi un primo periodo di pompaggio a perdere per ripulire la condotta sia dai residui di acqua salata, sia da ruggine prodotta dalle condotte.
Solo in seguito si poteva iniziare il pompaggio vero e proprio. E tutte queste operazioni, a volte, erano fatte con condizioni meteo estreme.
Lo scopo di queste opere è quello di assicurare l'alimentazione invernale delle strutture. Infatti, una volta messe fuori servizio le condotte di monte, che alimentano a gravità le strutture, sfruttando sorgenti di alta quota, le utenze potrebbero solo avvalersi dei depositi collocati nelle loro immediate vicinanze.
Negli ultimi anni, si sono verificati alcuni periodi di relativa siccità della sorgente captata all'opera di presa "Nube d'Argento". Per ovviare a questa potenziale scarsità d'acqua, il progetto ha previsto la posa di una tubazione di alimentazione della stazione di sollevamento, collegata a un ramo dell'acquedotto idropotabile, presente nel comune di Pinzolo, alimentato dal deposito Zeledria. Questa condotta, essendo difficilmente scaricabile (in quanto si dovrebbe accedere sia a un pozzetto di scarico posto a valle, sia al pozzetto di derivazione presente nella rete idropotabile di Pinzolo, collocato nel bosco che sorge a ovest della Strada Statale 239), è stata progettata e realizzata coibentata e dotata di cavo scaldante autoregolante.
Terminata la parte della progettazione, comprese le caratteristiche che avrebbero dovuto possedere le opere di riqualificazione e tutti i dispositivi accessori per il buon funzionamento degli impianti, si è passati a scegliere con cura i fornitori di tecnologie adatte a operare in condizioni estreme, per buona parte dell'anno.
Per la fornitura delle condotte, sono state impiegate tubazioni industriali realizzate dalla azienda BRUGG Pipe Systems. Soluzioni che detengono tutte le caratteristiche evidenziate nella fase progettuale: grande isolamento termico, resistenza alle infiltrazioni, massima flessibilità che permette alla tubazione di assecondare le asperità del terreno e costruite con elevati standard qualitativi. Alta qualità che si riverbera poi sul comportamento dei tubi in un'ambiente con forti sbalzi termici.
Inoltre l'azienda ha fornito i circa 900 metri di tubazione coibentata e dotata di cavo scaldante autoregolante con pochi spezzoni, da circa 140 metri l'uno, che hanno consentito agli installatori adeguata efficienza dell'intero sistema e velocità di posa risparmiando sui costi di installazione.
Per la nuova rete idropotabile (ad esclusione della condotta di sollevamento) sono state così interrate condotte Eigerflex, realizzate in PEAD, facilmente posabili e trasportabili (anche in zone impervie), progettate per resistere all'aggressività delle acque trasportate e alle eventuali correnti vaganti nel terreno. Data la presenza di neve, gelo e ghiaccio tali tubazioni sono dotate di cavo scaldante autoregolante.
Anche queste soluzioni sono costruite in PEAD, con un rivestimento esterno in PELD (Polietilene a Bassa Densità). Per le condotte di linea sono state utilizzate tubazioni con una Pressione Nominale (PN) 16, mentre, per la condotta premente, sono state utilizzate condotte PN 25.
Le ristrutturazioni hanno interessato le opere a valle del deposito idropotabile "Montagnoli" (posto sul territorio di Madonna di Campiglio), come il collegamento (circa 740 m) tra la rete idropotabile di Pinzolo e l'opera di presa denominata "Nube d'Argento" (a servizio di altre utenze più a valle); altri lavori, come l'adattamento della stazione di sollevamento collocata presso l'opera "Nube d'Argento", la condotta premente di collegamento (1200 m) dall'opera di presa precedentemente citata fino al deposito "Montagnoli" e, infine, la condotta di alimentazione (circa 150 m) fra deposito e utenze.
Prima dell'intervento, sull'area in oggetto erano presenti:
- l'opera di presa "Nube d'Argento" (l'edificio adibito a captare l'acqua che sgorga da una sorgente naturale), al cui interno è installata la stazione di sollevamento (grazie alla quale l'acqua, nei soli mesi invernali, viene portata al rifugio);
- la condotta di sollevamento che parte dall'opera di presa e conduce al deposito "Montagnoli";
- il deposito "Montagnoli";
- la condotta di alimentazione dal deposito alle utenze di località "Montagnoli".
Le utenze delle opere sono formate dal rifugio "Montagnoli" (il quale registra picchi di utenza condensati nelle stagioni estive e invernali), dalla malga "Montagnoli" e dalle relative fontane di abbeveraggio del bestiame (il cui picco d'uso va dal mese di giugno al mese di settembre).
A una prima analisi era emerso che la condotta idrica sottoposta a pressione era obsoleta, con alcune criticità e costruita in acciaio. Inoltre il tracciato si sviluppava al di sotto dell'impianto di risalita "Nube d'Argento", di cui era previsto il rifacimento entro pochi anni, anche tramite un piccolo spostamento del percorso.
In fase di progetto non era stato determinato con esattezza il nuovo tracciato dell'impianto di risalita. Per questo motivo, sia il tratto attuale, sia un eventuale tracciato futuro della condotta in pressione - che si dipanasse sotto l'impianto di risalita - avrebbero rischiato di interferire con il futuro percorso dell'impianto di risalita, con relativa necessità di spostamento.
Elementi questi tenuti in alta considerazione, già nelle fasi iniziali di progettazione.
Dopo un'attenta analisi degli aspetti di criticità, era stato individuato come obiettivo preliminare l'eliminazione delle zone di ristagno dell'acqua, nei tratti a "corda molla", cioè in quei punti dove la condotta attuale, seguendo l'andamento del terreno, produceva degli avvallamenti che determinavano ristagni di acqua con conseguente potenziale congelamento del liquido nella stagione invernale. Orientativamente, questa condotta di sollevamento era (ed è) utilizzata ogni 10÷14 giorni.
La possibile presenza di tratti otturati dal liquido congelato comportava l'immissione, da monte, di 50÷60 litri di acqua calda e salata, la verifica che tale acqua fosse arrivata in fondo alla condotta, quindi un primo periodo di pompaggio a perdere per ripulire la condotta sia dai residui di acqua salata, sia da ruggine prodotta dalle condotte.
Solo in seguito si poteva iniziare il pompaggio vero e proprio. E tutte queste operazioni, a volte, erano fatte con condizioni meteo estreme.
Lo scopo di queste opere è quello di assicurare l'alimentazione invernale delle strutture. Infatti, una volta messe fuori servizio le condotte di monte, che alimentano a gravità le strutture, sfruttando sorgenti di alta quota, le utenze potrebbero solo avvalersi dei depositi collocati nelle loro immediate vicinanze.
Negli ultimi anni, si sono verificati alcuni periodi di relativa siccità della sorgente captata all'opera di presa "Nube d'Argento". Per ovviare a questa potenziale scarsità d'acqua, il progetto ha previsto la posa di una tubazione di alimentazione della stazione di sollevamento, collegata a un ramo dell'acquedotto idropotabile, presente nel comune di Pinzolo, alimentato dal deposito Zeledria. Questa condotta, essendo difficilmente scaricabile (in quanto si dovrebbe accedere sia a un pozzetto di scarico posto a valle, sia al pozzetto di derivazione presente nella rete idropotabile di Pinzolo, collocato nel bosco che sorge a ovest della Strada Statale 239), è stata progettata e realizzata coibentata e dotata di cavo scaldante autoregolante.
Terminata la parte della progettazione, comprese le caratteristiche che avrebbero dovuto possedere le opere di riqualificazione e tutti i dispositivi accessori per il buon funzionamento degli impianti, si è passati a scegliere con cura i fornitori di tecnologie adatte a operare in condizioni estreme, per buona parte dell'anno.
Per la fornitura delle condotte, sono state impiegate tubazioni industriali realizzate dalla azienda BRUGG Pipe Systems. Soluzioni che detengono tutte le caratteristiche evidenziate nella fase progettuale: grande isolamento termico, resistenza alle infiltrazioni, massima flessibilità che permette alla tubazione di assecondare le asperità del terreno e costruite con elevati standard qualitativi. Alta qualità che si riverbera poi sul comportamento dei tubi in un'ambiente con forti sbalzi termici.
Inoltre l'azienda ha fornito i circa 900 metri di tubazione coibentata e dotata di cavo scaldante autoregolante con pochi spezzoni, da circa 140 metri l'uno, che hanno consentito agli installatori adeguata efficienza dell'intero sistema e velocità di posa risparmiando sui costi di installazione.
Per la nuova rete idropotabile (ad esclusione della condotta di sollevamento) sono state così interrate condotte Eigerflex, realizzate in PEAD, facilmente posabili e trasportabili (anche in zone impervie), progettate per resistere all'aggressività delle acque trasportate e alle eventuali correnti vaganti nel terreno. Data la presenza di neve, gelo e ghiaccio tali tubazioni sono dotate di cavo scaldante autoregolante.
Anche queste soluzioni sono costruite in PEAD, con un rivestimento esterno in PELD (Polietilene a Bassa Densità). Per le condotte di linea sono state utilizzate tubazioni con una Pressione Nominale (PN) 16, mentre, per la condotta premente, sono state utilizzate condotte PN 25.
Parole chiave: Tubazioni
- Andrea Gibelli
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