Energia ed economia circolare nell'industria
Massimo Gozzi - La Termotecnica
Razionalizzazione dei processi produttivi e riutilizzo dei materiali a fini energetici sono due aspetti strettamente legati alla economia circolare, in una ottica di espansione economica. L'idea di economia circolare nasce essenzialmente dal problema della scarsità delle risorse e della incompatibilità tra la crescita della domanda di beni e servizi e la capacità di soddisfarla in modo ambientalmente sostenibile.
Dall'inizio del '900 ad oggi, a fronte di una crescita di 4,5 volte della popolazione, il consumo di risorse naturali è aumentato di ben 12,5 volte, con un trend ancora più marcato per il futuro.
Un recente studio dell'Energy Strategy Group (ESG) del Politecnico di Milano, ente che negli ultimi anni ha monitorato il mondo dell'energia in tutti i suoi molteplici aspetti, ha affrontato il tema dell'Economia Circolare anche nell'ottica energetica. Ne sono uscite considerazioni che possono essere estese anche all'industria alimentare, dove la varietà di attività comporta utilizzi dell'energia molto diversificati.
Ciò che ostacola l'economia circolare
Il lavoro dell'Energy Strategy Group identifica diverse categorie di criticità che ostacolano l'Economia Circolare in generale. A partire dall'analisi di un'ampia letteratura scientifica sul tema dell'adozione dell'Economia Circolare nei modelli di business d'impresa, le barriere si possono racchiudere in sette principali categorie:
- ambientale: legata alla scarsità di risorse e alla incapacità di prevenire impatti ambientali negativi causati dalle attività delle aziende;
- economico-finanziaria: legata alla necessità di capitale sia per iniziare la transizione circolare che per mantenerla nel tempo, ma anche ai costi da sostenere per le nuove tecnologie, per superare le difficoltà di mercato come i rendimenti incerti;
- sociale: legata all'ostilità verso materiali e prodotti innovativi e ad un atteggiamento inerte verso nuovi modelli di business. Il comportamento inerte e la mancanza di interesse per attività e materiali innovativi deprime le attività di ricerca e sviluppo e di conseguenza rallenta l'uscita da mercati ancora legati a modelli lineari;
- istituzionale: legata alla presenza di incentivi disallineati o alla mancanza di un sistema legale favorevole o di un quadro istituzionale consolidato. Un problema correlato si riferisce alla mancanza di una leadership di governo che delinei una visione sistemica di transizione verso l'Economia Circolare;
- tecnologica e informativa: legata alle tecnologie necessarie per effettuare la transizione verso l'Economia Circolare e il "contenuto informativo" dei prodotti, materiali e risorse che vengono scambiati;
- catena del valore ("Supply Chain"): legata alla dispersione geografica dei principali rivenditori e utenti finali, che si traduce in complessità logistica e costi di trasporto elevati. Un problema correlato a quest'ultimo punto si riferisce alla mancanza di una rete di partner a supporto di una filiera circolare, a causa della mentalità lineare dei partner e della mancanza di collaborazione e di risorse;
- organizzativa: legata alla possibile incompatibilità delle iniziative circolari con le operazioni lineari esistenti e gli obiettivi di sviluppo, nonché ai possibili conflitti con la cultura organizzativa esistente, a causa di forti inerzie organizzative e di un'elevata complessità della gerarchia organizzativa.
In allegato, è disponibile l'articolo completo, comprensivo di altre analisi e delle conclusioni.
Un recente studio dell'Energy Strategy Group (ESG) del Politecnico di Milano, ente che negli ultimi anni ha monitorato il mondo dell'energia in tutti i suoi molteplici aspetti, ha affrontato il tema dell'Economia Circolare anche nell'ottica energetica. Ne sono uscite considerazioni che possono essere estese anche all'industria alimentare, dove la varietà di attività comporta utilizzi dell'energia molto diversificati.
Ciò che ostacola l'economia circolare
Il lavoro dell'Energy Strategy Group identifica diverse categorie di criticità che ostacolano l'Economia Circolare in generale. A partire dall'analisi di un'ampia letteratura scientifica sul tema dell'adozione dell'Economia Circolare nei modelli di business d'impresa, le barriere si possono racchiudere in sette principali categorie:
- ambientale: legata alla scarsità di risorse e alla incapacità di prevenire impatti ambientali negativi causati dalle attività delle aziende;
- economico-finanziaria: legata alla necessità di capitale sia per iniziare la transizione circolare che per mantenerla nel tempo, ma anche ai costi da sostenere per le nuove tecnologie, per superare le difficoltà di mercato come i rendimenti incerti;
- sociale: legata all'ostilità verso materiali e prodotti innovativi e ad un atteggiamento inerte verso nuovi modelli di business. Il comportamento inerte e la mancanza di interesse per attività e materiali innovativi deprime le attività di ricerca e sviluppo e di conseguenza rallenta l'uscita da mercati ancora legati a modelli lineari;
- istituzionale: legata alla presenza di incentivi disallineati o alla mancanza di un sistema legale favorevole o di un quadro istituzionale consolidato. Un problema correlato si riferisce alla mancanza di una leadership di governo che delinei una visione sistemica di transizione verso l'Economia Circolare;
- tecnologica e informativa: legata alle tecnologie necessarie per effettuare la transizione verso l'Economia Circolare e il "contenuto informativo" dei prodotti, materiali e risorse che vengono scambiati;
- catena del valore ("Supply Chain"): legata alla dispersione geografica dei principali rivenditori e utenti finali, che si traduce in complessità logistica e costi di trasporto elevati. Un problema correlato a quest'ultimo punto si riferisce alla mancanza di una rete di partner a supporto di una filiera circolare, a causa della mentalità lineare dei partner e della mancanza di collaborazione e di risorse;
- organizzativa: legata alla possibile incompatibilità delle iniziative circolari con le operazioni lineari esistenti e gli obiettivi di sviluppo, nonché ai possibili conflitti con la cultura organizzativa esistente, a causa di forti inerzie organizzative e di un'elevata complessità della gerarchia organizzativa.
In allegato, è disponibile l'articolo completo, comprensivo di altre analisi e delle conclusioni.
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Fonte: La Termotecnica luglio-agosto 2022
Mercati: Alimentare e Beverage
- Silvia Colnago
- CTI - Comitato Termotecnico Italiano Energia e Ambiente
- MASE - Ministero dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica