Serbatoi di liquidi infiammabili
Sicurezza dei serbatoi per il trasporto e lo stoccaggio di liquidi infiammabili
Giordano Emrys Scarponi - AIDIC - Associazione Italiana Di Ingegneria Chimica
Davide Camplese
Valerio Cozzani
Valerio Cozzani
La sicurezza dei serbatoi di sostanze pericolose è sempre stata una priorità dell'industria chimica e di processo. Sin dall'inizio del secolo scorso sono stati emessi standard tecnici e provvedimenti legislativi finalizzati al rispetto di distanze di sicurezza e di criteri sicuri di progettazione di questi elementi impiantistici, caratterizzati da una elevata vulnerabilità e da una intrinseca pericolosità legata alle quantità di sostanze pericolose presenti.
I serbatoi di liquidi, gas e gas liquefatti in pressione o criogenici, fissi o mobili, pur essendo un elemento impiantistico concettualmente molto semplice, sono elementi critici per la sicurezza, principalmente a causa delle quantità elevate di sostanze pericolose infiammabili o tossiche potenzialmente rilasciate in caso di incidente.
In prospettiva, la transizione energetica e l'implementazione di nuove filiere di trasporto e distribuzione di vettori energetici quali idrogeno e ammoniaca, che in una prima fase si sovrapporranno alle filiere tradizionali basate sui combustibili fossili, potranno contribuire ad incrementare il numero e la diffusione di queste tecnologie anche al di fuori delle aree industriali.
Uno dei principali scenari incidentali associato all'utilizzo di stoccaggi di sostanze pericolose è l'incendio esterno. Il coinvolgimento di serbatoi di gas liquefatti in pressione o criogenici in incendi ha causato in passato incidenti severi, sia in stabilimenti industriali che durante il trasporto stradale o ferroviario.
Il principale scenario incidentale indirizzato dalle norme tecniche e dagli standard di sicurezza è la protezione dall'incendio esterno. È noto infatti che il calore associato può causare da un lato il riscaldamento e la conseguente riduzione delle tensioni ammissibili dei materiali, che quindi perdono la capacità di resistere alle tensioni indotte dalla pressione interna del serbatoio, mentre dall'altro, il riscaldamento del vapore e, con tempi più lenti, del liquido presente, possono causare l'aumento della pressione interna.
I serbatoi di gas liquefatti in pressione (condizione spesso utilizzata per lo stoccaggio e il trasporto di GPL, ammoniaca, cloro e altri gas infiammabili o tossici con temperature critiche superiori alla temperatura ambiente) in queste condizioni possono dare luogo a scenari incidentali catastrofici, quali i BLEVE (Boiling Liquid Expanding Vapor Explosions), seguiti da "fireballs" nel caso di sostanze infiammabili, caratterizzati da distanze di danneggiamento estremamente elevate.
Nel pdf, è disponibile l'articolo completo.
In prospettiva, la transizione energetica e l'implementazione di nuove filiere di trasporto e distribuzione di vettori energetici quali idrogeno e ammoniaca, che in una prima fase si sovrapporranno alle filiere tradizionali basate sui combustibili fossili, potranno contribuire ad incrementare il numero e la diffusione di queste tecnologie anche al di fuori delle aree industriali.
Uno dei principali scenari incidentali associato all'utilizzo di stoccaggi di sostanze pericolose è l'incendio esterno. Il coinvolgimento di serbatoi di gas liquefatti in pressione o criogenici in incendi ha causato in passato incidenti severi, sia in stabilimenti industriali che durante il trasporto stradale o ferroviario.
Il principale scenario incidentale indirizzato dalle norme tecniche e dagli standard di sicurezza è la protezione dall'incendio esterno. È noto infatti che il calore associato può causare da un lato il riscaldamento e la conseguente riduzione delle tensioni ammissibili dei materiali, che quindi perdono la capacità di resistere alle tensioni indotte dalla pressione interna del serbatoio, mentre dall'altro, il riscaldamento del vapore e, con tempi più lenti, del liquido presente, possono causare l'aumento della pressione interna.
I serbatoi di gas liquefatti in pressione (condizione spesso utilizzata per lo stoccaggio e il trasporto di GPL, ammoniaca, cloro e altri gas infiammabili o tossici con temperature critiche superiori alla temperatura ambiente) in queste condizioni possono dare luogo a scenari incidentali catastrofici, quali i BLEVE (Boiling Liquid Expanding Vapor Explosions), seguiti da "fireballs" nel caso di sostanze infiammabili, caratterizzati da distanze di danneggiamento estremamente elevate.
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Fonte: La Termotecnica giugno 2022
Settori: Idrogeno, Termotecnica industriale
Parole chiave: Termotecnica
- Silvia Alessandri
- Riccardo Balistreri