Gas serra ed energia
Unione Europea: energia e gas serra
Paolo Chiastra, Commissione Energia - Ordine Ingegneri Milano - Ordine Ingegneri Milano
- Balocchi o profumi?
- Energia primaria - Gas serra
- Scelte energetiche
- Un po' di storia
- Le istituzioni (in pillole)
- Piccoli errori?
- Errori gravi
Balocchi o profumi
La Seconda Guerra Mondiale ha segnato il mondo come mai avvenne in precedenza: immane tragedia umana da non ripetere e nuovo assetto dell'ordine mondiale durato sessanta anni, il cui equilibrio ora pare in crisi.
Il crollo del Muro di Berlino e la conseguente emancipazione di molti popoli, invece di portare ad un'era di pace universale, come illusoriamente si sperava, sta conducendo verso un crescendo di pericolose tensioni.
La costituzione dell'Unione Europea (UE), di cui oltre si riassume un breve cenno storico e istituzionale, ha rappresentato un evento dal potenziale grandioso che però non riesce a trovare il corretto compimento. L'importanza di un'integrazione tra i popoli d'Europa è fondamentale sia per il Continente sia per il ruolo che esso potrebbe esercitare a livello di stabilità e sviluppo mondiale.
Purtroppo, nonostante tanto tempo sia trascorso dalla nascita, non è sopraggiunta la maturità auspicata che pare, non soltanto lontana ma, addirittura, irraggiungibile.
Non federazione e nemmeno confederazione: si tratta di un'unione anomala, economica in primis ma non esclusivamente, perché le sue istituzioni si stanno sostituendo a quelle dei singoli stati, eterogenei per dimensione, lingua, costumi, cultura, condizioni sociali ed economia, con atteggiamenti e forza che in taluni casi la fa appare più arcigna matrigna che premurosa madre.
Il modus operandi della Commissione Europea, centro di controllo dove si esercita il vero potere, è nebuloso e spesso non sembra procurare vantaggi alla collettività dei partecipanti, anzi tutt'altro. Inoltre, e la cosa non giova, i rappresentanti attuali non danno l'idea di possedere il dono della visione lungimirante propria degli statisti.
Alla fine, una simile situazione chi avvantaggia? La pluralità dei partecipanti certamente no. Alcune delle nazioni comunitarie?
Forse qualche entità extraeuropea? Vale comunque la pena ricordare che nel 1945, il conflitto si è concluso con vincitori e vinti tra i quali, non va dimenticato, c'era pure l'Italia che, notoriamente e oltremodo, non hai mai brillato: parecchi all'estero la considerano folcloristicamente la patria degli spaghetti e del mandolino.
Ma, al di là degli stereotipi, ha fama di scarsa affidabilità, è indebitata fino al collo e, per ciò, da mantenere ai margini. In effetti, ha un comportamento ondivago con tanti pregi e altrettanti difetti, tra cui il primo è la mancanza di strategie ben definite e a lungo termine: colpa nostra.
Per chi volesse approfondire, in Riferimenti sono citati tre testi di autori che sul tema concordano, pur se di diversa estrazione e collocazione politica. Ma cosa appare contradditorio nella politica comune europea? E, riguardo al tema energia le cose come stanno andando?
Energia primaria - Gas serra
In Tabella 1 sono riportati alcuni dati relativi alla situazione generale degli stati membri: energia, emissioni GHG (Green House Gas), PIL e PIL/abitante per l'anno 2019; anno che, a tutti gli effetti, rimane il punto fermo di riferimento pre pandemia e pre guerra.
Sebbene siano passati tre anni, questi sono i dati consolidati da tener presente e da cui ripartire allorché il pieno regime di normalità si sarà ristabilito. Il consumo di Energia primaria risulta di 580 EJ, secondo BP1, e di 610 EJ secondo l'EIA2.
Approssimativamente, rispetto a quella mondiale è pari a un 9% o anche un punto in meno. Le associate emissioni GHG sono
dello stesso ordine percentuale per un'UE 27 post Brexit (2020). Poiché l'Unione Europea durante la sua storia si è ampliata in momenti distinti, come appare dalla Tabella 2, risulta non semplice mantenere omogeneità di calcoli tra i vari periodi.
Da quanto risulta, va da sé che la politica Green dell'Unione, pur se meritoria, avrà un impatto limitato sulle vicende climatiche globali se il resto del mondo non si adeguerà, specialmente riferendosi ai grandi "inquinatori".
Oltretutto, il peso percentuale UE tenderà a diminuire, indipendentemente dalle azioni intraprese, per via della crescita dei paesi in via di "forte" sviluppo.
Gli sforzi richiesti in così breve tempo hanno senso? Oppure si tratta di errori che andranno ad aggiungersi ai già commessi - e che si continuano a commettere - con una determinazione "apparentemente" ottusa nonché masochista?
Le istituzioni (in pillole)
Nell'Unione Europea vi sono varie istituzioni ma gli organi decisori dei nostri destini sono i tre qui sotto elencati; anzi, in realtà è solo il primo a contare veramente. La Commissione Europea, che ha l'esclusivo potere d'iniziativa legislativa ed è l'organo esecutivo.
È costituita da un congruo numero di Commissioni che svolgono in pratica la funzione dei Ministeri nazionali; sostanzialmente, agendo in un vero e proprio regime di monopolio, induce un deficit democratico interno e verso i singoli governi.
Il Parlamento europeo, unica assemblea eletta direttamente dai cittadini dell'Unione e che li rappresenta, esercitando la funzione legislativa e il potere di Bilancio assieme al Consiglio dell'Unione Europea. Tra le altre funzioni, elegge il presidente della Commissione e, di fatto, il Parlamento ratifica sempre quanto deciso in Commissione.
Il Consiglio dell'Unione Europea che riunisce i capi di governo dei singoli stati sovrani ed è titolare dell'indirizzo politico. Nota: il Consiglio d'Europa (1949) non è organo UE e niente ha a che vedere con il Consiglio di cui sopra.
I tre organi sono supportati dall'operatività di centinaia di Comitati e Sottocomitati, ufficiali e informali, costituiti da "sherpa" che contribuiscono alla "messa a punto" dei temi da sottoporre poi a votazione nelle specifiche Commissioni. Quest'ultima è la ragione che permette di spiegare molti avvenimenti "anomali" come gli inciampi piccoli e grandi del seguito.
In allegato, è possibile scaricare il pdf completo dell'articolo.
La Seconda Guerra Mondiale ha segnato il mondo come mai avvenne in precedenza: immane tragedia umana da non ripetere e nuovo assetto dell'ordine mondiale durato sessanta anni, il cui equilibrio ora pare in crisi.
Il crollo del Muro di Berlino e la conseguente emancipazione di molti popoli, invece di portare ad un'era di pace universale, come illusoriamente si sperava, sta conducendo verso un crescendo di pericolose tensioni.
La costituzione dell'Unione Europea (UE), di cui oltre si riassume un breve cenno storico e istituzionale, ha rappresentato un evento dal potenziale grandioso che però non riesce a trovare il corretto compimento. L'importanza di un'integrazione tra i popoli d'Europa è fondamentale sia per il Continente sia per il ruolo che esso potrebbe esercitare a livello di stabilità e sviluppo mondiale.
Purtroppo, nonostante tanto tempo sia trascorso dalla nascita, non è sopraggiunta la maturità auspicata che pare, non soltanto lontana ma, addirittura, irraggiungibile.
Non federazione e nemmeno confederazione: si tratta di un'unione anomala, economica in primis ma non esclusivamente, perché le sue istituzioni si stanno sostituendo a quelle dei singoli stati, eterogenei per dimensione, lingua, costumi, cultura, condizioni sociali ed economia, con atteggiamenti e forza che in taluni casi la fa appare più arcigna matrigna che premurosa madre.
Il modus operandi della Commissione Europea, centro di controllo dove si esercita il vero potere, è nebuloso e spesso non sembra procurare vantaggi alla collettività dei partecipanti, anzi tutt'altro. Inoltre, e la cosa non giova, i rappresentanti attuali non danno l'idea di possedere il dono della visione lungimirante propria degli statisti.
Alla fine, una simile situazione chi avvantaggia? La pluralità dei partecipanti certamente no. Alcune delle nazioni comunitarie?
Forse qualche entità extraeuropea? Vale comunque la pena ricordare che nel 1945, il conflitto si è concluso con vincitori e vinti tra i quali, non va dimenticato, c'era pure l'Italia che, notoriamente e oltremodo, non hai mai brillato: parecchi all'estero la considerano folcloristicamente la patria degli spaghetti e del mandolino.
Ma, al di là degli stereotipi, ha fama di scarsa affidabilità, è indebitata fino al collo e, per ciò, da mantenere ai margini. In effetti, ha un comportamento ondivago con tanti pregi e altrettanti difetti, tra cui il primo è la mancanza di strategie ben definite e a lungo termine: colpa nostra.
Per chi volesse approfondire, in Riferimenti sono citati tre testi di autori che sul tema concordano, pur se di diversa estrazione e collocazione politica. Ma cosa appare contradditorio nella politica comune europea? E, riguardo al tema energia le cose come stanno andando?
Energia primaria - Gas serra
In Tabella 1 sono riportati alcuni dati relativi alla situazione generale degli stati membri: energia, emissioni GHG (Green House Gas), PIL e PIL/abitante per l'anno 2019; anno che, a tutti gli effetti, rimane il punto fermo di riferimento pre pandemia e pre guerra.
Sebbene siano passati tre anni, questi sono i dati consolidati da tener presente e da cui ripartire allorché il pieno regime di normalità si sarà ristabilito. Il consumo di Energia primaria risulta di 580 EJ, secondo BP1, e di 610 EJ secondo l'EIA2.
Approssimativamente, rispetto a quella mondiale è pari a un 9% o anche un punto in meno. Le associate emissioni GHG sono
dello stesso ordine percentuale per un'UE 27 post Brexit (2020). Poiché l'Unione Europea durante la sua storia si è ampliata in momenti distinti, come appare dalla Tabella 2, risulta non semplice mantenere omogeneità di calcoli tra i vari periodi.
Da quanto risulta, va da sé che la politica Green dell'Unione, pur se meritoria, avrà un impatto limitato sulle vicende climatiche globali se il resto del mondo non si adeguerà, specialmente riferendosi ai grandi "inquinatori".
Oltretutto, il peso percentuale UE tenderà a diminuire, indipendentemente dalle azioni intraprese, per via della crescita dei paesi in via di "forte" sviluppo.
Gli sforzi richiesti in così breve tempo hanno senso? Oppure si tratta di errori che andranno ad aggiungersi ai già commessi - e che si continuano a commettere - con una determinazione "apparentemente" ottusa nonché masochista?
Le istituzioni (in pillole)
Nell'Unione Europea vi sono varie istituzioni ma gli organi decisori dei nostri destini sono i tre qui sotto elencati; anzi, in realtà è solo il primo a contare veramente. La Commissione Europea, che ha l'esclusivo potere d'iniziativa legislativa ed è l'organo esecutivo.
È costituita da un congruo numero di Commissioni che svolgono in pratica la funzione dei Ministeri nazionali; sostanzialmente, agendo in un vero e proprio regime di monopolio, induce un deficit democratico interno e verso i singoli governi.
Il Parlamento europeo, unica assemblea eletta direttamente dai cittadini dell'Unione e che li rappresenta, esercitando la funzione legislativa e il potere di Bilancio assieme al Consiglio dell'Unione Europea. Tra le altre funzioni, elegge il presidente della Commissione e, di fatto, il Parlamento ratifica sempre quanto deciso in Commissione.
Il Consiglio dell'Unione Europea che riunisce i capi di governo dei singoli stati sovrani ed è titolare dell'indirizzo politico. Nota: il Consiglio d'Europa (1949) non è organo UE e niente ha a che vedere con il Consiglio di cui sopra.
I tre organi sono supportati dall'operatività di centinaia di Comitati e Sottocomitati, ufficiali e informali, costituiti da "sherpa" che contribuiscono alla "messa a punto" dei temi da sottoporre poi a votazione nelle specifiche Commissioni. Quest'ultima è la ragione che permette di spiegare molti avvenimenti "anomali" come gli inciampi piccoli e grandi del seguito.
In allegato, è possibile scaricare il pdf completo dell'articolo.
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Fonte: La Termotecnica luglio-agosto 2023
Mercati: Aria e Gas, Inquinamento
- EEA European Environment Agency
- Alessandro Clerici
- Parlamento Unione Europea