Oggi la Commissione ha selezionato 85 progetti innovativi a zero emissioni nette per ricevere 4,8 miliardi di EUR in sovvenzioni dalFondo per l'innovazione, contribuendo a mettere in atto tecnologie pulite all'avanguardia in tutta Europa. Per la prima volta, nell'ambito dell'invito a presentare proposte 2023 sono aggiudicati progetti di diversa scala (grandi, medie e piccole dimensioni, insieme a progetti pilota) e incentrati sulla produzione di tecnologie pulite. Si tratta del valore più elevato dall'inizio del Fondo per l'innovazione nel 2020, con un aumento dell'importo totale del sostegno a 12 miliardi di EUR e un aumento del 70 % del numero di progetti.
Imprese energivore
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Con l'Energy release le imprese energivore possono ora abbattere i costi energetici fino ad un terzo dei loro consumi annui per i prossimi tre anni e investire in progetti rinnovabili. Sarà fondamentale una grande partecipazione delle aziende per estendere al massimo i benefici della misura.
Si completa il quadro delle regole per le agevolazioni rivolte alle aziende a forte consumo di energia elettrica. Il Ministro: "Garantiamo competitività sul mercato e decarbonizzazione"
Dedicato a fonti e tecnologie non pienamente mature o con costi elevati di esercizio La Commissione Europea ha approvato lo schema di decreto che promuove la realizzazione di impianti di produzione da fonti rinnovabili non pienamente mature o con costi elevati di esercizio, il cosiddetto FER2.
Il ruolo di ENEA nel meccanismo delle diagnosi Efficienza energetica per le imprese Art. 8 D.Lgs. 102/2014: Soggetti obbligati La diagnosi energetica Imprese energivore
Le stime di BCG evidenziano l'urgente necessità di investire in decarbonizzazione per preservare competitività, posti di lavoro e Pil. I settori ad alto consumo energetico, noti come "hard- to-abate" (HTA), affrontano una sfida cruciale nell'abbattimento delle emissioni di CO2 entro il 2030, anno in cui ci si aspetta un taglio del 55% delle emissioni rispetto ai livelli del 1990. Questi settori, che includono ceramica, chimica, cemento, acciaio a ciclo integrato, acciaio da forno elettrico, carta, vetro e fonderie, sono essenziali per l'industria italiana, ma il loro peso sul clima richiede un'azione immediata.
I software EcoStruxure Power Monitoring Expert e Power Advisor permettono di analizzare e ridurre i consumi, migliorare l'efficienza e la continuità operativa di una azienda altamente energivora. Dati accurati raccolti con questi software aiutano Dife opera nel settore dei servizi ambientali per la gestione integrata dei rifiuti, nella redazione del bilancio annuale di sostenibilità
Sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana del 7 febbraio è stata pubblicata la legge n° 11 del 2 febbraio 2024, che converte il Decreto Energia come modificato dal passaggio parlamentare. Il provvedimento contiene, tra gli altri, misure per la sicurezza energetica e la decarbonizzazione come la gas e l'electricity release per le aziende gasivore ed energivore, azioni per lo sviluppo di filiere delle rinnovabili tra cui la geotermia e l'eolico off-shore, interventi per un passaggio informato e senza criticità tecniche alla maggior tutela per i clienti del mercato elettrico.
ENEA e Consip SpA hanno consolidato una collaborazione strategica con l'obiettivo di promuovere e concorrere concretamente all'adozione di modelli gestionali di nuova generazione - caratterizzati anche da soluzioni digitali di acquisizione, gestione e valutazione dati - quale "guida" dei processi di riqualificazione e gestione di infrastrutture particolarmente energivore e strategiche nei contesti urbani e territoriali.
- Cogenerazione - UPS Piller UB-V con flywheel - La tecnologia Piller per la cogenerazione - Case study - Conclusioni
Gli ultimi webinar su Imprese energivore
Un modello di business vincente per l'efficienza energetica per l'industria energivora.
La normativa e le soluzioni tecnologiche che contribuiscono al miglioramento dell'efficienza energetica delle aziende del settore alimentare.
Viene evidenziato il ruolo ed importanza della diagnosi energetica e dei Sistemi di Gestione dell'Energia nell'ambito delle strategie di efficientamento energetico e fornire un breve panorama di differenti tecnologie ed opzioni per migliorare l'efficienza energetica utilizzate nell'industria alimentare.
Più ci si avvicina al processo produttivo e più è complesso - specie nell'industria farmaceutica - ottimizzare le apparecchiature di produzione. Impianti altamente energivori possono /potrebbero essere ottimizzate con uno studio congiunto di energetici e processisti.
L'ultima guida in partnership con mcTER
Altri contenuti su Imprese energivore
Edison Next, Comunità Montana e Bacino Imbrifero Montano (BIM) insieme al Consorzio Valle Camonica Servizi hanno firmato un accordo per lo sviluppo di una piattaforma territoriale dedicata alla realizzazione di iniziative per la decarbonizzazione del territorio della Valcamonica, con particolare riguardo al settore delle attività industriali energivore e della mobilità sostenibile locale e regionale, in un'ottica di riduzione del loro impatto ambientale, prendendo in considerazione diverse soluzioni, tra le quali la produzione locale di idrogeno verde tramite elettrolisi.
Tra il 2019 e il 2021 l'ENEA ha svolto, all'interno del programma Ricerca di Sistema, finanziato dal Ministero dello Sviluppo Economico e della Transizione Ecologica, una serie di studi dedicati all'analisi delle prestazioni energetiche di alcuni settori manifatturieri, come quello farmaceutico. La base di dati di tale studio è costituita dalle diagnosi energetiche presentate nel secondo ciclo di obbligo ex Art. 8 D-Lgs 102/2014 e s.m.i. Tale obbligo, introdotto nel 2015, ha visto coinvolte, dal 2019 ad oggi oltre 7.600 tra Grandi Imprese (GI) e imprese Energivore iscritte alla CSEA, per un totale di 11mila diagnosi presentate nella sola scadenza del dicembre 2019.
Editoriale a cura di Mattia Merlini del CTI - Comitato Termotecnico Italiano Energia e Ambiente Nella transizione energetica del nostro Paese giocheranno un ruolo importante settori magari meno conosciuti, ma dalla grande incidenza in termini di consumo energetico. Il periodo impegnativo che ci troviamo ad affrontare porta con sé, oltre alla necessità di rivedere i numeri assoluti relativi alla produzione, anche la sfida legata alla realizzazione degli opportuni efficientamenti dei sistemi e dei processi, con ricadute positive sul Paese.
L'aria compressa è un mezzo di produzione diffuso nell'industria alimentare, spesso con requisiti di qualità elevati e costi energetici notevoli: i consumi elettrici, infatti, incidono fino all'80% sulle spese totali di un impianto d'aria compressa. Ma con adeguati interventi di efficientamento, è possibile ridurre i consumi anche del 30%.
La farmaceutica è una delle specializzazioni del Made in Italy, tra i comparti industriali più dinamici e importanti, oltre che tra i più energivori e caratterizzato da alti consumi. La produzione di farmaci necessita infatti di temperatura e umidità costantemente controllate, e l'utilizzo di sistemi di condizionamento dei locali per i diversi processi richiedono molta energia, anche elettrica.
Tecnicamente le "imprese energivore", sono quelle Aziende che registrano un consumo energetico uguale o maggiore di 1GWh all'anno. I costi dell'energia primaria e quindi dell'energia elettrica in Italia sono i più alti d'Europa e in questo ultimo periodo sono cresciuti ulteriormente: un fatto imprevedibile ed inimmaginabile!
I temi legati alla transizione ecologica ed energetica in Europa e in Italia sono al centro delle agende dei governi ormai da alcuni mesi e le industrie energivore dovranno sempre più fare i conti con la sostenibilità sia ambientale che economica. In particolare le aziende farmaceutiche, caratterizzate da alti consumi di energia sia elettrica che termica per i sistemi di condizionamento nelle aree adibite alla produzione di farmaci, per la produzione di vapore industriale e vapore pulito, per la realizzazione del packaging e dei loro prodotti, dovranno affrontare questo tema e trovare risposte efficaci ed efficienti a breve.
Il 60% delle emissioni industriali arriva dalle imprese sotto i 250 dipendenti. La maggior parte non utilizza nemmeno strumenti per conoscere le proprie performance energetiche, come la Diagnosi. Le piccole e medie imprese italiane hanno un ruolo molto importante nella transizione energetica verso la "decarbonizzazione" e senza il loro sforzo non sarà possibile raggiungere gli obiettivi nazionali di riduzione delle emissioni previsti per il 2030. Uno studio realizzato dalla Fondazione per lo sviluppo sostenibile con la Confederazione nazionale dell'artigianato e della piccola e media impresa (Cna) ha messo in luce i consumi energetici e le emissioni delle PMI, gli interventi fatti e gli ostacoli al miglioramento. Perché il ruolo delle PMI è così importante per rendere più sostenibile l'economia nazionale? Perché queste aziende costituiscono l'ossatura portante del nostro sistema produttivo ed emettono una grande quantità di CO2 nell'atmosfera. Il loro coinvolgimento, quindi, è una condizione necessaria per favorire la lotta ai cambiamenti climatici tramite l'efficienza energetica e l'utilizzo di fonti pulite. I consumi e le emissioni delle PMI italiane Lo studio della Fondazione per lo sviluppo sostenibile e di Cna ha per oggetto il grande bacino di PMI fino a 250 dipendenti della manifattura (dal tessile alla meccanica, dalla chimica all'alimentare) e delle costruzioni, che impiegano un totale di 4,2 milioni di addetti e producono 661 miliardi di euro di fatturato. In pratica, si tratta dei codici Ateco che afferiscono alla voce "industria" del bilancio energetico nazionale. Secondo i dati presentati dallo Studio e ricavati dall'Istat e da Eurostat, i consumi energetici di queste imprese ammontano (nel 2018) a oltre 16 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio, pari a tutto il gas utilizzato per riscaldare le abitazioni italiane. Questi consumi, dal punto di vista delle emissioni, si traducono in oltre 44 milioni di tonnellate di CO2 in un anno, ossia il 60% di tutte le emissioni del settore "industria". In particolare, i settori che più contribuiscono alle emissioni sono quelli più energivori riconducibili alla produzione di materiali da costruzione (19%), alla siderurgia (19%), alla meccanica (16%), seguiti dall'agroalimentare (13%) dove si concentra un grande numero di imprese di questa dimensione. Dal punto di vista delle fonti di energia, le PMI presentano un rilevante tasso di elettrificazione (37%), anche se le fonti fossili (soprattutto gas) restano dominanti nel mix energetico con il 52% del totale. La quota di fonti rinnovabili ad uso finale è ancora trascurabile, mentre significativo è il calore derivato (8%) che le PMI recuperano da altri processi di combustione.
La monografia, rivolta alla comunità scientifica, come anche ai decisori pubblici e privati, propone lo stato dell'arte delle diverse tecnologie che compongono le filiere dell'idrogeno. Attraverso la lettura dei risultati delle più recenti analisi di scenario, svolte nell'ottica di una decarbonizzazione accelerata e con orizzonti di medio (2030) e lungo (2050) termine, la pubblicazione giunge così a tracciare la traiettoria più efficace di evoluzione del sistema energetico, fino al traguardo delle emissioni nulle, con una progressiva crescita degli impieghi dell'idrogeno, stimandone la possibile penetrazione nel nostro Paese. L'idrogeno verde è un alleato importante nella decarbonizzazione di alcuni settori, ad esempio l'industria chimica e altre attività energivore come la siderurgia e il cemento, l'aviazione e il trasporto marittimo. Dal punto di vista della competitività, la produzione di idrogeno da rinnovabili elettriche tramite elettrolisi è oggi la filiera di maggiore interesse, in quanto fa riferimento a tecnologie disponibili e non implica il ricorso a fonti fossili. I fattori determinanti il costo di produzione per questa via sono due: - l'ammortamento dell'impianto di elettrolisi; - il costo dell'energia elettrica impiegata. Nei prossimi anni e decenni i Paesi renderanno sempre più frequenti ed estesi gli episodi di prezzi bassissimi dell'energia, creando delle "finestre di opportunità" per la produzione di idrogeno da elettrolisi a costi ragionevoli. La combinazione delle due tendenze (curva di apprendimento degli elettrolizzatori e disponibilità di energia elettrica da rinnovabili a basso prezzo) portano a prevedere che il costo di produzione dell'idrogeno "green", attualmente assai più elevato rispetto ai combustibili fossili, possa ridursi in misura notevole, fino a risultare competitivo con essi. Per quanto attiene alle tecnologie di utilizzo dell'idrogeno, e alla loro affidabilità, va fatta una distinzione fra il settore delle celle a combustibile, sia per usi veicolari che di (co)generazione stazionaria, e le restanti applicazioni. La disponibilità di idrogeno da rinnovabili a prezzi competitivi consentirà anzitutto di sostituire l'idrogeno oggi ottenuto mediante reforming di idrocarburi di origine fossile nei settori di utilizzo industriale, come la raffinazione di prodotti petroliferi e la sintesi dell'ammoniaca. In questi casi è evidente l'assenza di qualsivoglia barriera tecnologica. La diffusione dell'idrogeno da rinnovabili, come nuovo e versatile vettore energetico, appare quindi tecnicamente fattibile e avviata alla competitività economica, soprattutto come conseguenza della prevista, imponente transizione verso la generazione elettrica da fonti rinnovabili.
L'impianto di riscaldamento è un elemento cruciale nel settore florovivaistico: garantisce, infatti, le condizioni favorevoli all'accrescimento delle piante. Le possibilità sono diverse, ecco cosa bisogna valutare. Le serre agricole possono essere considerate imprese energivore. Per mantenere condizioni termiche favorevoli al buon accrescimento delle piante, infatti, devono far funzionare gli impianti termici per un alto numero di ore durante l'anno. Gli elementi a cui prestare attenzione per la corretta gestione di una serra agricola sono di due tipologie: - Strutturali: strutture portanti; materiali di copertura; strutture di fissaggio dei materiali di copertura; elementi di apertura per la ventilazione a parete e a soffitto. - Tecnologici e impiantistici: sistema di riscaldamento; controllo della temperatura; controllo dell'umidità relativa; illuminazione; concentrazione di CO? regolazione ventilazione interna. Sintetizzando, si può affermare che per aumentare la sostenibilità delle produzioni e abbassare i costi energetici, le serre devono prima di tutto sfruttare nel modo migliore l'apporto della luce e del calore de sole, garantendo la necessaria areazione soprattutto nei mesi caldi. Questo aspetto viene curato grazie a un'attenta progettazione della struttura. A questo deve affiancarsi un sistema di riscaldamento efficiente, preferibilmente basato anche su fonti rinnovabili, unito a soluzioni di monitoraggio del microclima in grado di mantenere condizioni favorevoli costanti. Riscaldamento serre agricole: cosa sapere per scegliere un impianto ad alta efficienza A caratterizzare l'impianto di riscaldamento di una serra agricola sono tre componenti: il generatore di calore, il sistema di distribuzione ed erogazione del calore e la termoregolazione. La scelta del tipo di impianto da adottare è molto importante in funzione della coltura presente all'interno della serra (per sapere di più sul riscaldamento delle serre leggi la nostra "Guida all'efficienza energetica nelle serre e vivai"). Nel caso di colture meno delicate può essere sufficiente installare un generatore ad aria calda, la cui funzione principale è quella di antigelo. Si tratta di una scelta meno onerosa in fase di installazione, tuttavia sia il rendimento che l'efficacia della distribuzione del calore sono inferiori rispetto a sistemi più evoluti, di tipo idronico o misti aria-acqua. Esistono, inoltre, impianti che combinano due sistemi di distribuzione del calore (aria più riscaldamento basale dei bancali o del pavimento), che garantiscono una temperatura più uniforme, senza fare subire alle piante sbalzi termici, indicati per colture più "delicate". Un fattore fondamentale da valutare nella scelta del generatore di calore è il combustibile da utilizzare. Nelle aree servite dalla rete del gas metano si può optare per un riscaldamento basato su caldaie a condensazione moderne ed efficienti, mentre in caso di mancanza di allacciamento alla rete gas, una scelta conveniente ed ecosostenibile è rappresentata dalle caldaie a biomassa, in grado di utilizzare materia prima di filiera corta compresi stralci e potature. La caldaie a biomassa sono consigliabili anche per funzionare in affiancamento ad altri generatori, come mostriamo più avanti. Viessmann offre una gamma di caldaie a biomassa indicate per tutto il settore florovivaistico e per quello agricolo (per sapere di più leggi "La nuova offerta flessibile di caldaie a biomassa Viessmann"